How far can I get until violence in my hands is no longer considered normal?

Le mani addosso.

Ilaria Carrozzo

In questo progetto ci è stato chiesto di trovare una parola che unisse il concetto di normalità con il periodo che abbiamo attraversato nell’ultimo anno. Ho deciso di lavorare sulla parola “mani”: ho riflettuto su quanto sia cambiato il livello di violenza che si attribuisce ai nostri gesti in questa pandemia, siamo arrivati a pensare che una stretta di mano sia potenzialmente mortale. Attraverso illustrazioni i cui colori diventano via via più accesi con l’intensificarsi della narrazione, passiamo da un gesto innocuo come la firma di un documento alle mani che si stringono le ginocchia durante l’ennesima crisi di pianto, sperando che finisca tutto presto. La carta con cui è stato realizzato lo stampato è molto leggera e ricorda quella di un quotidiano, per rendere più evidente l’unione tra il piano pubblico e quello privato all’interno della narrazione.

A project made in the course

Il corpo non mente

The course “Il corpo non mente“ addresses the question of the body under the COVID-19 pandemic through the tools and languages of visual communication. The main topic is articulated through a series of concepts (greeting, normality, distance, cure), each of which refers to a specific aspect related to the transformation of our bodies at the time of the pandemic. For each of these concepts, each student defines a word to interpret and represent the given concept and the way in which this is declined in our bodily experience. For each word, an artefact of visual communication is then designed.
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